Scoperto il gene della demenza frontotemporale


Dopo la malattia di Alzheimer, la demenza frontotemporale (DFT) è la principale forma di demenza primaria, e la più diffusa prima dei 65 anni.Questa forma di demenza colpisce massicciamente il lobo frontale, coinvolto nella regolazione del comportamento, dei movimenti, dell’umore, oltre che delle funzioni cognitive e del linguaggio. Clinicamente è caratterizzata da un iniziale cambiamento della personalità a cui segue progressivamente la perdita delle facoltà cognitive.

Una forma, rara, di questa demenza era stata posta in correlazione a un difetto genetico sul cromosoma 17 coinvolgente la proteina tau. Gran parte dei pazienti non presenta però questa mutazione. Oggi, Christine Van Broeckhoven dell’Istituto interuniversitario Flanders per la biotecnologia (VIB) a Gent, in Belgio, ha scoperto il difetto genetico, anch’esso a carico del cromosoma 17, che interessa la forma più diffusa di DFT.

Dalla sua ricerca risulta che nello sviluppo della patologia è coinvolta in maniera essenziale la progranulina, un fattore di crescita di cui era già noto il ruolo nella formazione di tumori e nei processi di riparazione di ferite. Per quanto non sia ancora chiarita la funzione di questa proteina nel metabolismo cerebrale, è risultato che nei pazienti affetti da DFT essa era prodotta nella misura del 50 per cento rispetto ai soggetti sani, e ciò perché uno solo dei due geni che la esprimono era in grado di funzionare.

fonte: http://www.lescienze.it/index.php3?id=12403

Le statine, una classe di farmaci comunemente usata per il trattamento dell’ipercolesterolemia, possono proteggere dall’insorgenza della demenza e dalla perdita di memoria, secondo quanto ha concluso uno studio ora pubblicato sulla rivista “Neurology”, organo ufficiale dell’American Academy of Neurology.

Per lo studio, i ricercatori hanno arruolato 1674 soggetti di età superiore ai 60 anni senza sintomi di demenza; una coorte rappresentativa di una popolazione affetta da diabete, ipertensione e patologie cardiovascolari. Nei corso di cinque anni, il 27 per cento delle persone ha assunto statine di vario tipo – atorvastatina, cerivastatina, fluvastatina, lovastatina, pravastatina, rosuvavstatina e simvastatina – e alla fine circa 130 persone hanno sviluppato sintomi di demenza o di deficit cognitivo.

Dopo aver controllato altri fattori di rischio per la demenza quali l’educazione, fumo di sigaretta, presenza di diabete, ictus e predisposizioni genetiche, si è potuta constatare una correlazione significativa tra assunzione dei farmaci e un minore rischio di insorgenza di demenza.

“Coloro che non avevano assunto le statine mostravano un rischio quasi raddoppiato di sviluppare demenza rispetto a chi ne aveva fatto uso”, ha spiegato Mary N. Haan, della School of Public Health della Università del Michigan ad Ann Arbor, autrice dello studio.

“Non stiamo suggerendo certo che le persone dovrebbero assumere statine anche quando non necessario per altre ragioni. Speriamo solo che le conclusioni del nostro studio possano aprire la strada ad altre sperimentazioni che chiariscano il ruolo di questa classe di farmaci nel contrastare il deficit cognitivo.” (fc)

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1332845

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Un pensiero su “Scoperto il gene della demenza frontotemporale”

  1. buongiorno,sono un 60enne con demenza fronte temporale,e fino adesso,suonavo il pianoforte e l”ho venduto,mi iscrivo aalla università della 3terza eta”,pago la retta enon ci vado,prima che mi venisse queste scariche eletriche in ambedue i lobi del cervello,con conseguenza la chiusura della corteccia cerebrale,e non avendo più il chiacchiericcio dei pensieri,riesco per il momento a farmi una spaghetti,ma non tutte le ciambelle vengono col buco.grazie

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