Se hai paura di ammalarti, se ti capita di rilevare dei sintomi preoccupanti anche quando la tua salute sembra essere normale, se vai dal medico anche quando non stai male, ma solo per sapere la sua opinione su alcuni tuoi sospetti, sappi che saresti già “risultato positivo” a tre ipotetiche domande che permettono di verificare la presenza di pensieri e comportamenti frequentemente associati all’ipocondria. Ovvero, quella irrazionale preoccupazione legata al timore di avere o di poter acquisire una malattia. Una paura che nasce da un’erronea interpretazione di quelli che vengono considerati i sintomi della malattia stessa.
Chi soffre di ipocondria è documentato alla perfezione su tutte le patologie, conosce i sintomi a menadito, fino ad avvertirli. Ma il fatto è che questi veri e propri malati immaginari, che vivono nell’ossessione di venir colpiti da qualche malattia imminente, arrivano al punto di scambiare un mal di testa per un tumore al cervello, una semplice macchia di sole sulla pelle per un disturbo cutaneo inguaribile o una fitta al torace per un infarto. L’ipocondriaco in realtà si suggestiona interpretando in maniera erronea le normali sensazioni che provengono dall’interno del corpo.
E così ha la quasi certezza di avere qualcosa di grave e vede nel medico il migliore amico, l’unico in grado di rassicurarlo. Ma spesso neanche lui è in grado di “guarirlo”. Ed ecco che l’ipocondriaco si sottopone, generalmente, ad esami medici in continuazione e non riesce a stare tranquillo nonostante l’esito sia sempre negativo. Un’ossessione di ammalarsi così forte che può arrivare ad incidere sulla sua vita sociale, lavorativa, familiare. Ma perché si diventa ipocondriaci? A determinare la paura della malattia è la sensazione di non riuscire a controllare la propria vita, neppure gli aspetti che riguardano la salute.
Ma può anche essere la paura di lasciarsi andare, la sensazione che qualcosa di cui non si può avere il controllo totale, come la salute appunto, ci sfugga di mano. Su tutto, giocano poi la loro buona dose le trasmissioni tv sulla salute, così anche le riviste di medicina e benessere, il mondo di internet dedicato a certi temi: tutti “canali” di comunicazione che non fanno che favorire il peggioramento dell’ipocondria. Il malato immaginario infatti smette di rivolgersi al medico per iniziare a praticare l’autodiagnosi. Già, perché mentre il medico e gli esami diagnostici possono fallire, lui no.
Un disturbo psichico, una preoccupazione irrazionale che può comparire a qualsiasi età e che colpisce uomini e donne allo stesso modo. Non ne sono immuni i bambini, soprattutto quelli fra gli otto e i dieci anni. Questo il periodo in cui molti prendono a lamentare sintomi finora mai avuti, mostrando di essere angosciati dalla loro malattia. E i genitori restano sorpresi. Invece, senza mai sottovalutare, bisogna razionalizzare, minimizzare, imparare a conoscere se stessi, il dolore. Per guarire dall’ipocondria è necessario capire cosa “sta alle spalle”, perché il corpo è diventato un nemico. Ma, soprattutto, capire che quando la patologia è immaginaria può guarire davvero senza problemi… né medicine!
fonte: Optima salute
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