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Ecologia, energia, risparmio energetico, …

Il cappotto termico

Cappotto termico per isolamento edilizio in polistirolo/polistirene espanso.

Il cappotto termico, barriera isolante a difesa della casa, è una componente indispensabile per un corretto risanamento; risanare energeticamente un edificio significa adeguarlo alle esigenze di oggi, in termini di spazio e comfort, e ottenere allo stesso tempo un notevole risparmio nei consumi rispettando l’ambiente.

Il cappotto (sistema integrato di isolamento termico)

Il cappotto esterno è adatto a facciate intonacate ed è costituito da pannelli di materiale isolante; quest’ultimi vengono applicati direttamente sull’intonaco esterno con un’apposita malta adesiva. In quasi tutti i casi vengono ulteriormente fissati con tasselli.
Sulla superficie dei pannelli, incollati e ben accostati fra loro, viene applicata una malta, al cui interno è annegata una rete di armatura che compensa i forti sbalzi termici ai quali la rasatura è sottoposta (evitando così crepe e fessurazioni). Tale rete consente l’adesione della rasatura finale al pannello isolante.

In questo procedimento è importante curare che tutti i componenti impiegati (isolante, collante, rete, ecc.) facciano parte di un sistema integrato in modo che risultino perfettamente compatibili fra loro.
Le pareti umide dovranno essere asciugate con procedimenti ad hoc prima di applicare l’isolante, altrimenti è facile prevedere futuri danni agli elementi costruttivi.
Che altro c’è da sapere sull’isolamento termico?

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La vernice fotovoltaica: Photon Inside

Un pannello solare liquido, spalmabile come una vernice. Ecco la straordinaria invenzione nata in Italia, frutto del lavoro di un team di ricercatori che operano nell’ambito dell’Istituto per lo studio dei materiali nano-strutturati del CNR di bologna e commercializzata dall’austriaca Bleiner AG.

L’idea di creare una vernice capace di trasformare in energia la luce del sole, operando come un vero e proprio pannello solare, non è nuova: decine di università ed aziende in tutto il mondo hanno provato e stanno cercando di realizzarla.

“Ma a riuscirci” spiega Thomas Bleiner, presidente dell’azienda “siamo stati noi per primi. Si tratta dell’esito di una serie di studi compiuti da un gruppo capeggiato da Fabio Cappelli, Antonio Maroscia e Stefano Segato, che mette l’Italia all’avanguardia nel settore”.

Photon Inside, questo il nome del prodotto brevettato, è una vera e propria vernice, “diversa da tutti gli altri prodotti simili. Non ha bisogno di nessun supporto: può essere applicata direttamente sulla superficie e spalmata anche più volte mano a mano che si degrada”.

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La riforestazione può combattere il riscaldamento globale

Insieme con il taglio delle emissioni da combustibili fossili, le campagne per piantare nuove foreste o la gestione più efficace di quelle esistenti e delle aree agricole è in grado di capitalizzare la capacità della natura di funzionare come “pozzo per l’assorbimento del carbonio”.Secondo una ricerca ora pubblicata sull’ultimo numero della rivista ad accesso libero “Carbon Balance and Management“, per quanto il solo piantare alberi abbia una minima probabilità di risolvere i nostri problemi climatici, le piantagioni su larga scala potrebbero avere un impatto significativo sul lungo periodo.

Rik Leemans e colleghi della Wageningen University, nei Paesi Bassi, e della Netherlands Environmental Assessment Agency sono arrivati a questa conclusione grazie a un modello al computer sugli effetti futuri delle piantagioni per il sequestro del carbonio. In particolare, lo studio ha preso in considerazione il potenziale di assorbimento del carbonio delle piantagioni sia dal punto di vista fisico sia da quello sociale per tutto il XXI secolo, e l’efficacia in termini di rallentamento delle concentrazioni atmosferici della CO2.

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10 consigli per diminuire i rifiuti

Secondo Legambiente gli imballaggi che costituiscono la nostra normale spesa al supermercato costituiscono il 60% del volume ed il 40% del peso nel totale.
In 2 ore davanti ad un supermercato, dei volontari hanno riempito ben tre carrelli con gli imballaggi che i clienti hanno lasciato all’uscita; quindi la riduzione dei rifiuti a monte diviene una questione di primaria importanza.

Legambiente ha quindi stilato 10 consigli che consentono ad una famiglia tipo di 4 persone di ridurre fino a 2 kg la settimana i rifiuti prodotti…

  1. riutilizzare le borse della spesa, magari privilegiando quelle di tela al posto dei sacchetti in plastica usa-e-getta
  2. acquistare, se possibile, prodotti sfusi invece di quelli confezionati (frutta, verdura, …)
  3. bere acqua del rubinetto
  4. acquistare prodotti salva spazio (ricariche per i detergenti)
  5. scegliere prodotti confezionati in imballi riciclati
  6. evitare prodotti con imballaggi voluminosi ed inutili
  7. evitare i prodotti usa-e-getta come le stoviglie in plastica
  8. ricercare la vendita “alla spina” di detersivi e detergenti, e quella sfusa di alimentari quali pasta e farine
  9. scegliere i prodotti con la margherita europea (Ecolabel), il marchio di certificazione ambientale concesso ai prodotti che nel loro ciclo di vita producono un minor impatto ambientale
  10. acquistare confezioni famiglia anziché monodose

Legambiente ricorda che “il modello produttivo e lo stile di vita adottati nei paesi industrializzati producono montagne di rifiuti per le quali è sempre più complicato trovare una sistemazione”.

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Petrolio: ma quanto ne resta?

Leggendo le previsioni che l’unione petrolifera italiana faceva a fine 2006 per l’anno successivo si trovavano “stime di prezzi del petrolio inflessione sebbene ancora sui livelli ancora sostenuti: 62 dollari al barile rispetto agli 66,6 stimati per il 2006”.

Curiosamente c’è una nota che dice “salvo eventi imprevisti”. E meno male! Perché qualcosa di imprevisto ci deve essere stato se, dopo uno sprint durato mesi, il 2008 si è aperto col petrolio che ha superato la barriera dei 100 dollari al barile.E non ci vuole un genio per capire che da 62 a 100 significa un aumento del 50% abbondante. Quello che pareva lontano problema (il petrolio a 100 dollari) è diventato rapidamente una realtà con la quale fare i conti.

Ma non basta, perché sono tante (e documentate) le voci che evidenziano come il rischio di un prezzo del petrolio in rapida ascesa verso vette ancora più alte sia ben presente. Purtroppo occorre prendere atto che, sempre più spesso, problemi economico- ambientali e di sostenibilità dello sviluppo, che si pensava fossero destinati a un futuro lontano, sono invece già qui sull’uscio.

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