Shine, di Giovanni Allevi

Uno dei film più belli che io abbia mai visto è Shine (da non confondere assolutamente con Shining, di Kubrick!), che parla in maniera romanzata della vita di David Helfgott, geniale pianista, sfortunato bambino, distrutto adolescente, disturbato adulto.

Ora mi pare strano che non abbia ancora sentito in giro nessuno notare l’assoluta somiglianza tra Giovanni Allevi – ultimamente noto per il suo talento al pianoforte – e l’attore che nel film interpreta il protagonista durante l’adolescenza, cioè Noah Taylor.

Si può dire che oltre al talento, Allevi abbia anche il physique du role del pianista! 🙂

…e visto che ci sono metto anche una clip che ho trovato in YouTube: si tratta di una delle mie tre scene preferite, sempre dal film Shine!

Altri sono arrivati qui cercando:
David Helfgott, shine film, pianista david helfgott.

3 pensieri su “Shine, di Giovanni Allevi”

  1. Finalmente! Era ora che arrivasse, nel mondo culturale una voce che smontasse l’idea che Giovanni Allevi, al di là della spocchia che caratterizza ogni sua intervista, sia uno dei più grandi musicisti italiani viventi. La voce che finalmente si erge a demolire questa convinzione di massa è una tra le più autorevoli nel campo musicale internazionale: Uto Ughi. Il quale, dalle colonne de La Stampa, dice forte e chiaro che la musica di Allevi è soltanto “un furbo collage di nessun valore”.

    Il giudizio di Ughi, che si scaglia giustamente contro l’esibizione natalizia di Allevi come direttore presso il Senato della Repubblica, suona come una ventata d’aria nuova e buona, dopo un “pensiero unico” che ha imposto Allevi come fosse uno dei maggiori musicisti italiani. Una idea che, artisticamente parlando, non possiede alcun fondamento. “La musica che fa non può neanche lontanamente dirsi classica”, dice Ughi, “le sue composizioni sono risibili”, come direttore d’orchestra è quasi “grottesco”. Il durissimo giudizio di Ughi non gli attirerà certo le simpatie degli innumerevoli fan che il pianista marchigiano può vantare, così come sono consapevole dell’antipatia che mi attirerò nell’abbracciare tale giudizio.

    Tuttavia, l’arte e la verità vanno difese di fronte a tutto. Finalmente Ughi ha detto chiaramente che dietro il fenomeno di massa “Giovanni Allevi” c’è soltanto uno straordinario lavoro di marketing: questo sì, davvero eccezionale, degno di nota. Da Topolino al Senato, Allevi è onnipresente. “Il suo successo è il termometro perfetto della situazione del nostro Paese: prevalgono sempre le apparenze”, dice con coraggio Ughi. In effetti, al di là dello straordinario marketing, capace di sfruttare la sua icona da finto “artista svampito” tipo il protagonista di Shine, rimane ben poco, artisticamente parlando, di Giovanni Allevi. Tra i grandi pianisti italiani, come ad esempio Bollani o Ciammarughi, non sarà mai annoverato da chiunque comprenda un minimo di musica.

    So che lo stuolo interminabile dei suoi fan si arrabbierà molto: ma la sua è una musica mediocre. Molto fruibile, certo, piacevole, da “grande consumo”, ma si tratta di musica pop, dello stesso livello di Laura Pausini o Gigi D`Alessio. Non la si confonda con la vera musica, ospitandone un concerto al Senato. E poi, soprattutto, smettiamola di prenderlo come “bandiera ufficiale” delle Marche, come si ostinano a fare in Regione. Prima di tutto perché abbiamo nel nostro territorio molti musicisti assai migliori; e poi perché lui stesso si vergogna di essere marchigiano. E questo forse è persino più grave della sua musica mediocre.

    Dopo aver ricevuto un più che lauto compenso per concepire, su incarico della Regione Marche, un “inno” della nostra Regione (una musica che somiglia più alla sigla dei puffi che a un “inno”), Allevi, intervistato da un famoso giornale, che gli chiede quale sia la città più vicina al suo cuore, risponde: “Milano”. Bella bandiera, per la nostra Regione, lui che viene da quella che forse è la più bella città d’Italia, ossia Ascoli Piceno, e ne tace il nome! Non so se sia più grave questo, o lo spaccio continuo della sua musica come classica. Perlomeno nelle Marche, si propugni un pò meno Allevi, e si aiuti un po’ di più la vera musica e la vera cultura.
    Grazie, Ughi, per averlo detto.

    Cesare Catà
    Dottore di ricerca in Storia della Filosofia
    Assessore alla Cultura di Porto San Giorgio

    fonte:informazione.tv/newsArchivio.asp?id=45558

  2. Leggo solo ora,in ritardo e casualmente,questa pagina di internet. Non discuto la critica e l’opinione degli altri in merito ai propri gusti musicali e non mi pare proficuo essere prolissi e basarsi su teorie già fatte o parole già dette. Credo nella libertà di parola e nello scambio di opinioni,più si è distanti di opinioni e più il confronto può portare a un buon responso.
    Io seguo anche Bollani, Ciammarughi, amo veramente tutta la musica variando per soggetto e genere. Studio musica e canto lirico, per intenderci che la musica per me è veramente importante. Io sento adesso di poter dire in risposta, una frase che una mia saggia amica mi disse tempo fa e che non ho più dimenticato: “Anche se non ti piace o disprezzi quello che questo artista ha fatto,devi apprezzare tutto il lavoro che c’è dietro. Per rispetto all’arte stessa”.
    Qualsiasi artista, deve avere la possibilità di crescere e maturare, di far sentire quel che ha da dire. Non è saggio paragonare artisti e arti differenti, ma credo fortemente che va lasciata la libertà di esprimersi a ciascuno. Rispondo a questa critica,perchè non noto cattiveria nel tono usato per rispondere a questo intervento, così come non temo di essere aggredita perchè ho una mia libera opinione.
    Confido nell’intelligenza del mio interlocutore virtuale ,che possa apprezzare quanto ho appena detto.
    Con stima
    Laura

    1. Grazie Laura, per il tuo bellissimo commento!
      …e del film Shine che mi dici? L’hai visto? Noti anche tu un nonsochè di somigliante? 😉

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