L’edicolante del futuro

In questi anni di web galoppante la gente si interroga su che fine farà il giornale stampato, e se sopravviverà alla mole di informazioni sempre aggiornate che girano su internet ed al paragone con il media elettronico.

Io penso che il giusto incrocio fra i due media sarà uno sviluppo deviato del prodotto stampato, che coinvolgerà le edicole e gli stampatori, lasciando a casa un sacco di lavoratori, anche dell’indotto.

Io immagino che in futuro le edicole diventeranno dei piccoli chioschi di stampa, dove un cliente qualsiasi potrà andare senza più trovare cataste di giornali già stampati tra cui scegliere, ma magari un paio di computer con un bel sommario da scorrere; sceglierà il giornale (quotidiano, settimanale, …) che desidera – se già non aveva in mente cosa comprare – e lo chiederà all’edicolante.

L’edicolante avrà il suo bel terminale da cui potrà scaricare il giornale chiesto dal cliente – che potrebbe benissimo essere l’edizione locale di una remota località migliaia di chilometri distante – e stamperà subito una copia fresca-fresca del giornale.

Esistono già delle macchine che possono stampare libri brossurati in edizione economica nel giro di qualche minuto, e sicuramente il progresso non ci farà mancare una stampante in grado di produrre e confezionare un giornale in qualche decina di secondi.

Ovviamente una tecnologia del genere stravolgerebbe l’attuale idea di “quotidiano”; potrebbe diventare un giornale stampato su misura dell’utente, con le notizie che preferisce, o addirittura continuamente aggiornato e re-impaginato, oppure … “chi più ne ha” ecc.

Questo va a cozzare con l’idea che hanno alcuni che anche il giornale in sé morirà, sostituito da una versione totalmente elettronica: stuoli di iPad o monitor sottili come carta, auto-aggiornanti e sempre collegati alla rete.

Ma io credo che la voglia di avere un supporto cartaceo scritto con inchiostro, che non dipenda sempre da una connessione o da una batteria, che si possa piegare, strappare, evidenziare, … non sparirà mai.
Inoltre il supporto di carta stampata resta a testimonianza dell’evento o della notizia narrata, relativamente immutabile, a prescindere dai successivi aggiornamenti, …
Oppure può darsi anche che questa mia idea nasca solo dal fatto che con la carta io ci sono nato e cresciuto, e forse un cittadino dell’era digitale non la penserà esattamente così.

Comunque resto dell’idea che questo potrebbe essere un obbligato passaggio di transizione verso il mezzo totalmente elettronico; tutte le novità sono una transizione verso qualcosa di più nuovo che verrà dopo.

Una cosa del genere porterebbe un enorme risparmio di carta, salvando copie di giornali mai venduti direttamente alla fonte, ma farebbe perdere il lavoro a molti operai stampatori; porterebbe un risparmio per i costi di trasporto azzerati, causando meno lavoro per i camionisti; forse porterebbe meno lavoro anche agli edicolanti, che vedrebbero il loro lavoro inflazionato dalla concorrenza.

I due piatti della bilancia vanno sempre uno opposto all’altro!

PS: un libro forse interessante? La fabbrica delle emozioni. Come si fa l’editore in Italia

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edicola.

7 pensieri su “L’edicolante del futuro”

  1. riporto:“…
    1) Una cosa del genere porterebbe un enorme risparmio di carta, salvando copie di giornali mai venduti direttamente alla fonte,
    2) ma farebbe perdere il lavoro a molti operai stampatori;
    3) porterebbe un risparmio per i costi di trasporto azzerati,
    4) causando meno lavoro per i camionisti;
    5) forse porterebbe meno lavoro anche agli edicolanti, che vedrebbero il loro lavoro inflazionato dalla concorrenza.”

    penso che:
    il punto 1) basterebbe solo questo per sperare che questa cosa avvenga il più presto possibile

    il punto 2) sarebbe sufficiente far evolvere gli stampatori (finiamola con i diritti e pensiamo anche ai doveri che questo mondo ci impone di rispettare per il bene di tutti); ricordiamo che ogni difficoltà nasconde un’opportunità! Lo stampatore non potrebbe fare qualcos’altro? magari di più salutare e più remunerativo? Perché dobbiamo sempre pensare in negativo?

    il punto 3) abbiamo presente cosa significherebbe avere meno autotrasporto sulle strade italiane? quali benefici avremmo immediatamente?

    il punto 4) non ritengo che il lavoro del camionista, oggi, sia un lavoro bensì uno sfruttamento ed una schiavitù e quindi vale il discorso del punto n° 2

    il punto 5) si tratterebbe di diversificare il loro lavoro, cosa cambia se al posto di vendere giornali (con notizie vecchie e con un danno all’ambiente enorme) vendessero notizie pronta consegna?

    1. LorisC, sono al 100% d’accordo con te: il “progresso” si chiama così proprio perché bisogna progredire (e non fermarsi in stasi evolutive) 🙂

      1. Senza nulla togliere al tuo post. Le 120 pagine scritte dal Prof. Romano, sono un attimino più approfondite. 🙂

  2. Ross Dawson annuncia che i giornali cartacei spariranno in Italia, definitivamente, nel 2027. Il guru australiano dei media, imprenditore e autore di numerosi libri sulla comunicazione ha pubblicato, sul suo blog, il risultato del suo studio chiamato Newspaper Extinction Timeline. Dove viene spiegato quando e come, nei vari paesi, non ci saranno più i giornali, sostituiti dai super tecnologici smartphone, tablet, e-reader ecc. Dawson dichiara che, secondo il suo parere, non morirà il giornalismo in sè, ma solo un modello distributivo, che fra meno di 10 anni iniziera’ a sparire un po’ in tutto il mondo.

    Un addio a scaglioni – I primi a dire addio al quotidiano cosi’ come lo conosciamo saranno gli Usa nel 2017, seguiti da Gran Bretagna e Islanda nel 2019. Nel suo studio inoltre, dice che la migrazione sul wifi e’ un trend inarrestabile e globale, la sua applicazione pratica dipende da fattori nazionali come sviluppo economico, regolamentazioni, sostegno pubblico all’editoria, diversi di paese in paese. Poi continua – “Nel 2022 i giornali, come sono fatti oggi, diventeranno irrilevanti in Australia. I profitti nel mondo dei media cresceranno enormemente ma saranno diversamente distribuiti – continua Dawson – Il punto chiave, valido in Australia e altrove, e’ il fatto che l’industria dell’informazione sta virando verso una realtà dominata dal contenuto e dalle connessioni sociali. Una rivoluzione potenzialmente positiva a patto che i media tradizionali sappiano reinventarsi e partecipare a questa fase di crescita. I successori dell’iPad – scrive il guru – riconosciuto come il precursore, saranno allora i mezzi principali di accesso alle informazioni. I modelli base (nel 2020) costeranno appena 10 dollari e spesso e volentieri verranno offerti gratuitamente, magari con l’abbonamento a un periodico. Quelli piu’ sofisticati saranno invece piegabili o arrotolabili e interattivi.

    Cambio di sostanza e forma del giornalismo – “Percentuali sostanziali d’inchieste, servizi e notizie saranno ‘dragate’ da orde di dilettanti supervisionati dai professionisti. In opposizione al ‘citizen journalism’ vi saranno pero’ una serie di esperti di settore e firme importanti che, grazie alla loro reputazione, faranno da guida al pubblico. Reputazione che, una volta perduta, sara’ pero’ molto difficile da recuperare”.

    La classifica – Prima dell’Italia, nella tabella dell’estinzione dei quotidiani, figurano il Canada e la Norvegia (2020), la Nuova Zelanda, la Spagna, la repubblica Ceca, Taiwan (2024), la Sud Corea, la Russia urbana, il Belgio (2026). Dopo l’Italia verranno invece paesi come la Francia (2029), la Germania (2030), il Giappone (2031), la Mongolia (2038) e l’Argentina (2039). Dal 2040 in poi sarà la volta del resto del mondo.

    Collegamento: http://rossdawsonblog.com/weblog/archives/2010/10/launch_of_newsp.html

    fonte:libero-news.it/news/522403/I_giornali_di_carta_moriranno_nel_2027.html

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