I buoni fruttiferi postali

In questi periodi di crisi e fallimenti, è meglio mettere i soldi sotto al materasso?

Come sempre, io non sono un esperto di finanza, ma ogni tanto mi piace ragionare su certe questioni, soprattutto da quando il lavoro langue, e di conseguenza le entrare monetarie sono ridotte all’osso, e mi sono fatto una famiglia, e le spese aumentano di anno in anno; senza contare che il Governo ci chiede sempre di più in termini di tasse.

E’ quindi cosa buona e giusta ragionare su quale sia il modo migliore per salvare i propri miseri risparmi, e magari farli fruttare un pochino, considerato che noi gente normale non siamo dei giocatori di borsa professionsiti!

In un recente post del blog di Beppe Grillo ho visto un video dove Beppe Scienza – già autore di Il risparmio tradito, un libro che spiega con evidenza di fatti come sia meglio gestire autonomamente i propri risparmi anzichè darli in gestione – spiega perchè è meglio mettere i soldi sotto il materasso!

A parte la simpatica metafora dei “soldi sotto il materasso“, Beppe Scienza parla bene dei cari vecchi buoni fruttiferi postali, che offrono un rendimento sicuro, e mettono i soldi relativamente al riparo dalle oscillazioni del mercato.
Dico “relativamente” perchè essendo garantiti dallo Stato, se lo stato fallisce anche i buoni fruttiferi fanno una brutta fine.

Come ricorda Beppe Scienza, di buoni fruttiferi postali ce ne sono principalmente due tipi: “ordinari” e “indicizzati” all’inflazione.

Come riportato nel sito web delle Poste italiane, i buoni postali normali sono un investimento dove gli interessi crescono ogni anno, al massimo per 20 anni; ogni anno il tasso di interesse aumenta e gli interessi vanno a sommarsi al capitale versato.
Al momento del rimborso viene restituita la somma versata più gli interessi.
Gli interessi partono dall’1,65% lordo del primo anno per arrivare al 3,62% lordo nel 20° anno.
Ovviamente al rendimento va poi tolta la tassazione, che mi pare ora sia del 12,5%, come per i Bot.

I Buoni postali indicizzati all’inflazione (italiana) al momento del rimborso garantiscono, come i buoni normali, il capitale investito, un rendimento fisso e – inoltre – il recupero, sia sul capitale investito che sugli interessi maturati, del 100% dell’inflazione italiana rilevata nel periodo dell’investimento e fissata dall’indice ISTAT FOI (esclusa la componente tabacco).

Purtroppo da febbraio 2016 i buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione non vengono più emessi!

Altri sono arrivati qui cercando:
beppe scienza buoni postali, dove mettere i soldi.

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