Ora vi riassumo una storia…
Il mio amico Mr.X viene chiamato dalla DITTA Z per fare un colloquio di lavoro.
Mr.X in quel momento non sta cercando un nuovo lavoro – anzi, sta bene con quello che ha – e oltretutto sa che Mr.Y, un suo amico disoccupato con 2 figli piccoli, ha mandato un curriculum alla DITTA Z con richiesta di assunzione
Decide allora di declinare l’offerta della DITTA Z e li chiama dicendo “So che avete il curriculum del mio amico Mr.Y … vorrei mettere una buona parola a suo favore”.
Passa un mese e la sicurezza lavorativa di Mr.X cambia, tanto che pensa di richiamare la DITTA Z chiedendo se stanno ancora cercando qualcuno per quel posto.
La DITTA Z lo invita per il colloquio.
Il colloquio però, per 9/10 del tempo, si trasforma in una lavata di capo da parte del titolare nei confronti di Mr.X, perchè Mr.Y è andato là vantandosi del fatto di sapere che Mr.X aveva “messo una buona parola”, e Mr.Z voleva proprio vedere che faccia aveva questo Mr.X che “si fa bello con gli amici mettendo buone parole”.
Epilogo: Mr.X si è bruciato un nuovo posto di lavoro ancora prima di inziare a cercarlo, tentando di fare un piacere ad un amico bisognoso.
E ora vi chiedo: la morale è che “a fare del bene ci si rimette sempre”?
O forse è perché quando si fa del bene lo si fa con un secondo fine?