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Al lavoro nella prestampa e arti grafiche

CxF

Senza dubbio ogni stampatore conosce Pantone. Il sistema Pantone è utile per comunicare come potrebbe apparire un particolare colore se stampato al 100%.

Funziona abbastanza bene fino a quando il grafico non usa una sfumatura o una tinta. Sfortunatamente, il sistema Pantone non tiene conto di come dovrebbe apparire un inchiostro retinato.

Tuttavia, CxF/X-4, uno standard in via di consolidamento, risolve questo problema con una migliore comunicazione di come dovrebbe apparire una tinta piatta indipendentemente dal colore del supporto e quando viene stampata su altri colori.

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Fogra53, Fogra59, Fogra55, eciCMYK

Fogra53

FOGRA53 è uno spazio colore di scambio basato su CMYK che serve principalmente per la comunicazione dei colori durante tutta la produzione di stampa.

Integra le 52 condizioni di stampa di riferimento esistenti che riflettono le reali condizioni di stampa offset.

È stato sviluppato alla luce del progetto di ricerca Fogra 10.057, che stava creando strumenti per un flusso di lavoro di stampa neutro rispetto ai media. In questo caso FOGRA53 consente una riproduzione coerente dei colori durante l’intera produzione, compresa la preparazione delle copie, l’assemblaggio dei lavori, il proofing e la stampa a colori di processo. FOGRA53 soddisfa i seguenti tre requisiti essenziali:

  • Copre la gamma prevista di gamme di colori utilizzati per la produzione di materiale stampato a partire da dati digitali, indipendentemente dal processo di stampa utilizzato;
  • Permette la prova di stampa sulle stampanti per prove di stampa stabilite e quindi un riferimento cromatico oggettivo;
  • Assomiglia alle gamme di stampa consolidate basate su CMYK per dimensioni, forma e tonalità.

Per poter creare e scambiare i dati di stampa in modo standardizzato, gli spazi dedicati allo scambio di colori sono lo strumento giusto. Così facendo, il risultato di stampa atteso dovrebbe essere reso in modo preciso e preciso e non troppo “brillante” né troppo “slavato”, quindi limitato nella gamma e nel range dinamico.

Il vantaggio di utilizzare uno spazio colore di scambio basato su CMYK è che la progettazione completa avviene in un unico spazio colore.
A partire dai design gestiti e approvati con FOGRA53, i dati di stampa saranno convertiti nelle relative condizioni di stampa.

Nella stampa offset convenzionale, due standard di fatto hanno trovato la loro strada come spazi di scambio di colori, ovvero FOGRA39 (ISO Coated v2) e sempre più FOGRA51 (PSO Coated v3).
Tuttavia spesso non è chiaro quale sia l’estensione dello spazio di colore utilizzato come anteprima assoluta di una condizione di stampa di produzione effettiva o come riferimento relativo (come si usa di solito al posto di uno spazio di colore di scambio). Inoltre le applicazioni di stampa digitale richiedono sempre più spesso spazi colore più ampi per poter sfruttare al meglio le capacità del dispositivo.

Insieme a FOGRA53, ECI mette a disposizione il corrispondente profilo ICC denominato eciCMYK che si può scaricare dal sito ECI: http://www.eci.org/en/downloads

Fogra59

eciCMYK v2 (FOGRA59) – ancora “work in progress” – sarà lo step successivo.
Questo profilo si basa su un nuovo file di caratterizzazione che, pur mantenendo lo stesso spazio colore, avrà un grigio modificato, che con componenti CMY più “affini” ai classici processi di stampa.

Test pratici con vari sistemi di stampa digitale hanno dimostrato che l’assegnazione del nuovo profilo migliora anche l’output su sistemi di stampa digitale con uno spazio colore più ampio: l’immagine stampata appare con un contrasto più elevato, con colori più luminosi.

La conversione da FOGRA53/59 al profilo di stampa effettivo però ha senso sempre e solo se sappiamo cosa stiamo facendo.
Se stiamo elaborando delle fotografie non ci saranno problemi a convertire da profilo a profilo, ma se stiamo elaborando dei design dove sono presenti campiture piatte di colore – e vogliamo che queste non vengano “rovinate” – dobbiamo effettuare un cosiddetto “repurposing” usando un profilo Device Link, come ad esempio:

  • eciCMYK_to_PSOcoated_v3_DeviceLink.icc
  • eciCMYK_to_PSOuncoated_v3_DeviceLink.icc
  • ISOcoated_v2_to_eciCMYK_DeviceLink.icc
  • ISOcoated_v2_to_PSOcoated_v3_DeviceLink.icc
  • PSOcoated_v3_to_ISOcoated_v2_DeviceLink.icc

…che si scaricano sempre tramite ECI.

Per convertire un’immagine usando un profilo Device Link tramite Photoshop:
Modifica > Converti in profilo > Avanzato > Collegamento a dispositivo (nota mia: questa è la loro traduzione di Device Link).

Fogra55

[aggiornato mag/23]
FOGRA55 è uno spazio colore di scambio a 7 colori (CMYKOGV) di Fogra che soddisfa i seguenti requisiti:
Denominazione breve: Spazio di scambio del gamut basato su CMYKOGV;
CMYK come FOGRA51 (compreso il bilanciamento del grigio);
Punto di bianco come FOGRA51 (95 1,5 -6);
Verde/Arancione/Viola: SCTV linearizzato;
Arancione: CIELAB 65 58 88 (basato su M1);
Verde: CIELAB 60 -75 0 (basato su M1);
Viola: CIELAB 22 47 -56 (basato su M1);
Prove con EP-SC con arancione, verde e viola.

(link)

I robot ci ruberanno il lavoro?

La domanda è sulla bocca di molti, da tempo.

Non so i robot (quelli con braccia e gambe) però i computer stanno facendo dei bei progressi nella grafica.

Ora come ora, siamo arrivati ad un punto dove una “cosa” che spesso ci faceva impazzire in prestampa (soprattutto nei rapporti coi clienti meno “esperti”) adesso si può affrontare con più serenità.

Diciamocelo: spesso arrivano in prestampa lavori da stampare che sono fatti con immagini di pessima qualità e/o in bassa risoluzione. Foto scaricate da Google, scansioni di giornali o stampe varie, preview in bassa scaricate da siti di stock, …

E noi – che siamo dei perfettini, vogliamo dare il miglior servizio al nostro cliente, e non vogliamo stampare una porcheria – siamo stati costretti finora ad “ingrandire” queste schifezze con Photoshop, cercando di ritoccarle alla meglio, magari mettendoci pure a cercare in internet una versione migliore della stessa immagine.

Ecco, adesso il computer ci viene in aiuto, con l’avvento di programmi che servono proprio ad ingrandire le foto “con aggiunta di qualità”.

Pare un’eresia, vero? Ma è proprio così!

Avete visto tutti i video di deep-fake, giusto? Ecco, i programmi di cui parlo si basano sugli stessi principi di apprendimento automatico (che io non conosco), e partendo da un’immagine in bassa risoluzione, o sfocata, o pixelata, o mossa, … riescono a creare un versione (in)credibile in alta risoluzione.

“Vedere per credere” il confronto allegato tra l’immagine di partenza è i rispettivi ingrandimenti al 400% fatti con Photoshop e con un paio di questi software.

Quindi, che dire: “i robot ci ruberanno il lavoro?”

Forse inizieranno con l’affiancarci, ad aiutarci nel lavoro, a raggiungere risultati migliori e più precisi e rapidi, ma alla fine mi sa proprio che…

Azioni Acrobat per proteggere PDF e altro

Problema:
sto mandando in giro veramente un sacco di bozze dei miei file in formato PDF e non voglio che chiunque possa prendere questi file e usarli senza il mio permesso.

Soluzione:
proteggo i PDF con una password, lasciando il permesso di stampare e anche di commentare e firmare.
Quindi mi creo la mia bella azione dentro Acrobat Pro che in un clic mi salva il pdf protetto con un nuovo nome di file, e mi permette di farlo in batch con un sacco di pdf.

So che ci sono soluzioni online e offline per togliere la password ai PDF, ma mi aspetto che i miei interlocutori non siano così tech savvy, ovvero non sappiano che si può fare.

Fila tutto liscio con i primi invii dei miei pdf protetti, fin quando non arriva il cliente che usa Acrobat anche per firmare i PDF con la sua firma digitale.

“Tutto bene” penso io, perché mi ricordo di aver impostato correttamente i permessi per commentare e firmare.
E invece no!
Perché un PDF protetto non si può firmare se prima qualcuno non c’ha già messo dentro un campo firma vuoto!!

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Il bianco in sovrastampa

sovrastampa bianco Adobe Illustrator

Il problema del bianco in sovrastampa è da sempre un problema in Adobe Illustrator.

Ne sa qualcosa chi lavora in prestampa, mentre solitamente i grafici di primo pelo non hanno la minima idea nemmeno di cosa significhi sovrastampa, tanto più se applicata al bianco.

La sovrastampa applicata ad oggetti bianchi li rende totalmente invisibili o trasparenti.
Già il fatto che Illustrator permetta una bislaccheria simile la dice lunga sulle politiche di Adobe, ma non voglio parlare di questo.

Per fortuna Illustrator medesimo ci da una soluzione, che consiste nello strumento per applicare in batch la sovrastampa al nero.
Infatti questa funzione consente anche di rimuovere la sovrastampa, non solo di applicarla!

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