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Pensieri scollegati liberamente

Imbrogliare a Candy Crush

Vi piace giocare a Candy Crush Saga ma siete bloccati da giorni o da settimane su un livello?

A me è successo di restare bloccato al livello 86 per settimane!
Non riuscivo assolutamente a passarlo, senza essere costretto a comprare qualche ‘bonus’ extra, tipo la bomba multicolore, o mosse extra.

Allora ho cercato qualche stratagemma per superare quel livello.
Cioè…
Ho cercato un crack per Candy Crush Saga!

In giro per la rete se ne trovano più di uno. Alcuni vanno installati sullo smartphone al posto del gioco originale, altri richiedono ancor più strane alchimie, …
Io invece ne ho trovato uno che funziona semplice-semplice!

Si tratta di una estensione per Firefox che basta installare ed attivare. STOP!

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Sempre da imparare

Umiltà è la parola d’ordine.

Con questo post sviluppo un po’ di più “Il secondo segreto per vivere” che avevo scritto tanto tempo fa.

Quante volte mi è successo di trovarmi di fronte gente presupponente, che anche grazie solo all’immensa fiducia in loro stessi e sicurezza in quel che dicevano, facevano vacillare le mie certezze.
Ovviamente sto parlando di quando ero giovane e inesperto, incolto, ignorante.

Ricordo quella volta in cui, parlando con un amico più vecchio di me, me ne venni fuori chiedendomi “chissà quel’è il punto di riferimento celeste nell’emisfero meridionale della Terra, dove la Stella Polare non si vede?”

E giù a ridere: “Ma come non c’è la Stella Polare a sud?! Ahahah!”
…ed io a fare spallucce “probabilmente avrà ragione lui” avrò pensato.

Oppure quella volta in cui, parlando con un amico odontotecnico pieno di lauree, questo mi corregge dicendomi che “ortogonale” significa “parallelo”.
…ed io a fare spallucce “probabilmente mi sbaglio io”.

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SE

Lo avete mai fatto questo “GIOCO DEL SE”?

Mi sono reso conto che molte cose non sarebbero successe se … non ci fosse stata la cosa precedente!
…e, in cima alla lista, la cosa principale 🙂

I miei figli non nascevano
se
non incontravo mia moglie
se
non lavoravo per quel cliente a cui faceva da segretaria
se
non conoscevo quella mia ex che me l’ha presentato
se
non conoscevo quel collega che me l’ha presentata
se
non facevo quel primo lavoro dopo la scuola
se
quel professore non mi presentava al mio futuro capo
se
non facevo quella scuola d’arte
se
non mi ritiravo da ragioneria per cambiare
se
non mi piaceva disegnare

(“…per fare tutto ci vuole un fiore.”)

Volete provare anche voi?

ADDIO!

Addio WordPress, addio Html5, addio Css3, addio continuo aggiornamento sulle tecnologie web, addio social network (addio Facebook, addio Twitter, addio Google Plus) addio clienti, addio compra-e-rivendi, addio autonomia, addio nuove esperienze, addio fatture, … addio Partita IVA.

E’ da un bel pezzo che non mi faccio vivo qui nel mio blog, ma un motivo c’è.
Da ottobre ho iniziato (un’altra volta) la mia nuova vita come dipendente a tempo pieno, tornando al mio “vecchio amore”: la prestampa.

Un po’ sono contento, un po’ mi spiace.

Sono contento perchè in un periodo di crisi come questo e la famiglia da mantenere, la sicurezza economica che può dare un posto di lavoro fisso in un’azienda solida è una cosa difficile da trovare.

Mi spiace perchè di tutte le mie conoscenze, esperienze e capacità… nel nuovo posto di lavoro ne userò circa il 25%, tornando a fare l’impiegato sottomesso, che deve rigare diritto e dire sempre sì ai superiori.

Se penso a tutti i clienti che ho avuto e i lavori che ho fatto in questi anni di attività in proprio … anche come docente, come insegnante privato di software grafici, come consigliere di colleghi che erano sempre un passo indietro …

Addio a tutti!
Ma speriamo di rivederci … chissà … un giorno o l’altro.

PS: crisi di merda!

A far bene si fa male?

Ora vi riassumo una storia…

Il mio amico Mr.X viene chiamato dalla DITTA Z per fare un colloquio di lavoro.

Mr.X in quel momento non sta cercando un nuovo lavoro – anzi, sta bene con quello che ha – e oltretutto sa che Mr.Y, un suo amico disoccupato con 2 figli piccoli, ha mandato un curriculum alla DITTA Z con richiesta di assunzione

Decide allora di declinare l’offerta della DITTA Z e li chiama dicendo “So che avete il curriculum del mio amico Mr.Y … vorrei mettere una buona parola a suo favore”.

Passa un mese e la sicurezza lavorativa di Mr.X cambia, tanto che pensa di richiamare la DITTA Z chiedendo se stanno ancora cercando qualcuno per quel posto.
La DITTA Z lo invita per il colloquio.

Il colloquio però, per 9/10 del tempo, si trasforma in una lavata di capo da parte del titolare nei confronti di Mr.X, perchè Mr.Y è andato là vantandosi del fatto di sapere che Mr.X aveva “messo una buona parola”, e Mr.Z voleva proprio vedere che faccia aveva questo Mr.X che “si fa bello con gli amici mettendo buone parole”.

Epilogo: Mr.X si è bruciato un nuovo posto di lavoro ancora prima di inziare a cercarlo, tentando di fare un piacere ad un amico bisognoso.

E ora vi chiedo: la morale è che “a fare del bene ci si rimette sempre”?

O forse è perché quando si fa del bene lo si fa con un secondo fine?