Archivi categoria: Scienze

Collaborare è meglio

Il bel racconto sull’uomo che conosce il paradiso e l’inferno è metaforico di cosa significhi il lavoro di squadra.
Anche la scienza prova perché non è bello quando la società è guidata da un leader troppo carismatico.
Secondo uno studio, i gruppi formati da individui più “socievoli” tendono a sviluppare un’intelligenza collettiva superiore:

“La sensibilità sociale ha a che fare con la capacità dei membri del gruppo di percepire le emozioni di ciascun altro membro del gruppo. Così, nei gruppi in cui vi era una persona dominante, il gruppo aveva un’intelligenza collettiva inferiore rispetto a quelli in cui i rapporti di conversazione erano distribuiti in modo più uniforme”, osservano i ricercatori. In generale, inoltre, i gruppi che contenevano più donne mostravano una maggiore sensibilità sociale e una maggiore intelligenza collettiva di quelli con meno donne.

Questa è una cosa interessantissima anche dal punto di vista lavorativo! Infatti, sempre dallo stesso studio emerge che:

Le prestazioni del gruppo non apparivano infatti determinate in primo luogo dalle capacità individuali dei suoi membri: l’intelligenza massima e quella media di un gruppo non risultava predittiva delle prestazioni del gruppo.

Questo significa nelle decisione prese in gruppo, vince il gruppo i cui membri sono più cooperativi fra loro.

inoltre, a riprova che sono i maschi che creano più problemi, i gruppi che contenevano più donne mostravano una maggiore sensibilità sociale e una maggiore intelligenza collettiva di quelli con meno donne; si mostra quindi che la tendenza a cooperare con efficacia è di fatto legata al numero di donne che sono presenti nel gruppo

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essere socievoli.

Procreazione assistita low cost

La procreazione assistita low cost e’ realta’: sara’ presto disponibile in Africa a prezzi irrisori rispetto a quello che le cliniche chiedono in Occidente, infatti nella capitale del Sudan aprira’ alla fine di ottobre una clinica che promette di fornire terapie di fecondazione assistita per meno di 300 dollari.

La clinica, presso l’Universita’ Khartoum, e’ finanziata da Low Cost IVF Foundation (LCIF) di Massagno, Svizzera, idea del pioniere della fecondazione in vitro Alan Trounson, ora presidente del California Institute for Regenerative Medicine. A ritornare sull’argomento ‘procreazione in vitro low cost’ e’ il magazine New Scientist in cui e’ riferito che altre cliniche simili sono ad Arusha, Tanzania e a Cape Town, Sud Africa.

Sono tante le opportunita’ di risparmio in questo campo: farmaci a basso costo per indurre l’ovulazione nella donna esistono, sono sicuri ed efficaci e potrebbero sostituire le molecole altamente biotecnologiche in uso; si potrebbe risparmiare molto sulle apparecchiature, per esempio sugli incubatori: e’ stata gia’ sperimentata una speciale ‘capsula’ in cui incubare gli embrioni neoformati che si mette in vagina per alcuni giorni.

L’infertilita’ non e’ solo un problema occidentale, in Africa colpisce fino a una coppia su tre, colpa soprattutto di infezioni sessualmente trasmesse, scarsa prevenzione e pratiche, come la mutilazione dei genitali, a loro volta causa di infertilita’. Ma e’ chiaro che quando le metodologie low cost prenderanno piede e si riveleranno competitive rispetto agli standard occidentali, il business del bebe’ in provetta (nei paesi ricchi i costi di un ciclo possono raggiungere anche i 12 mila dollari) non sara’ piu’ giustificabile e i prezzi potrebbero scendere.

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Una medicina per la memoria perfetta

Aumentare la memoria

Immaginate di poter guardare una cosa e ricordarla per sempre. Non avremmo più bisogno di chiedere direzioni!
Ora un gruppo di scienziati ha isolato una proteina che aumenta vertiginosamente l’abilità di ricordare ciò che si vede.

Dei ricercatori spagnoli riferiscono di aver trovato una sostanza che potrebbe potenziare la memoria; il gruppo stava studiando una regione della corteccia visiva del cervello poco conosciuta, così hanno scoperto che se si incrementa la produzione di una proteina chiamata RGS-14  in quell’area della corteccia visiva, ciò sviluppa enormemente l’abilità di ricordare gli oggetti visti.

I topi sottoposti al trattamento con l’RGS-14 potevano ricordare gli oggetti fino a 2 mesi, mentre solitamente li ricordano solo per circa un’ora.
I ricercatori hanno dedotto che quella regione della corteccia visiva – conosciuta come livello 6 della regione V2 – è responsabile della creazione della memoria visiva; quando la regione veniva rimossa, i topi non ricordavano più quello che vedevano.

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Alzheimer: un interruttore per ritrovare la memoria

Un gruppo di ricercatori del Picower Institute for Learning and Memory del MIT è riuscito a identificare un gene la cui azione, opportunamente stimolata, ha permesso di alleviare i sintomi e tornare a riattivare la memoria a lungo termine in topi affetti da un analogo della malattia di Alzheimer.

Come è illustrato in un articolo pubblicato su “Nature“, nel 2007 lo stesso gruppo di ricerca, diretto da Li-Huei Tsai, era riuscito a ottenere miglioramenti in quei topi grazie all’uso di inibitori della istone deacetilasi (HDAC), una famiglia di 11 enzimi che, interferendo con la strutura degli istoni, sembrano agire da modulatori dell’espressione genica.

Gli istoni sono le proteine attorno alle quali il DNA si avvolge come su un rocchetto, per formare le strutture note come cromatina. Gli istoni possono essere modificati in vari modi, e in particolare con un processo di acetilazione che ne altera forma e struttura. Inibendo la deacetilazione, gli HDAC inibitori provocano un aumento di tale processo.
Alcuni HDAC inibitori, in particolare, “aprono” la cromatina, consentendo l’espressione di geni che fino a quel momento erano troppo strettamente avvolti nella struttura della cromatina per poter essere trascritti.

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Gli OGM fanno bene solo a chi li vende

“Per quanto ne sappiamo fino ad ora gli organismi vegetali geneticamente modificati sono un fallimento tecnologico”. Con queste parole Marcello Buiatti, ordinario di genetica all’Università di Firenze, spiega perché non sarebbe un gran vantaggio per l’Italia autorizzare la coltivazione di OGM.
“Anche se va detto che gli OGM non fanno bene o male di per sè; sono le conseguenze che possono far male”.

– Eppure i sostenitori del transgenico dicono che con i semi OGM si può aumentare la produzione e che, grazie all’aumento dei raccolti, si potrebbe battere la fame nel mondo.

– Ma quando mai!? Tutte le statistiche in nostro possesso rilevano che – ad esempio per il mais – c’è un incremento costante a partire dal 1986. Ma si tratta di un incremento dovuto in generale al miglioramento delle tecniche di produzione che non ha nulla a che vedere con l’introduzione, nel 1996, dei semi OGM. A quell’annata non corrisponde alcun picco, e nemmeno alle annate immediatamente successive. Il dato è identico per la soia. Per quanto riguarda le altre due varietà OGM, cioè il cotone e la colza, non sono prodotte per l’alimentazione umana.

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