Delta E e differenze nel colore

Delta E e differenze nel colore

Il densitometro da stampa, usato presso le stampanti offset per misurare la densità di un colore stampato, misura appunto questo valore, che è logaritmo del rapporto tra luce incidente e quella riflessa del campione misurato.

Essendo indicata con valori logaritmici, questa densità non ha unità di misura, ma viene considerata come valore assoluto.

La riflettanza è il rapporto tra flusso radiante riflesso e flusso radiante incidente. L’unità del flusso radiante è il watt (W).

Lo stesso risultato si ottiene usando il flusso luminoso (invece del flusso radiante). L’unità del flusso luminoso è il lumen (lm).

L’illuminamento non c’entra con la riflettanza, ma comunque la sua unità di misura è il lumen al metro quadrato che si chiama anche lux (lx).

La norma ISO per la stampa indica una tolleranza di 5 unità nella variazione del colore indicata come Delta E – ΔE.
Ma come si fa a sapere se un colore rispetto a un altro campione, rientra in questa tolleranza?

Per sapere se la differenza tra due valori LAB è in tolleranza devi calcolare:

1) L1 – L2 ed elevare al quadrato
2) a1 – a2 ed elevare al quadrato
3) b1 – b2 ed elevare al quadrato
4) sommare tutti i tre risultati
5) fare la radice quadrata

Se il valore che ottieni è minore o uguale a 5 sei in tolleranza, altrimenti non lo sei.

Lab oppure Lch ?

Se oltre a Lab vi siete imbattuti per caso in termini come “Lch” o “LabCh” ora provo a spiegarvi di cosa si tratta…

Cosa vuol dire “CIE”?

CIE sta per “Commission Internationale de l’Eclairage” ovvero “Commissione internazionale per l’illuminazione”,  una commissione scientifica nata nel 1913 per lo scambio di informazioni sulle questioni relative all’arte dell’illuminazione.

Gli standard per gli spazi colore che rappresentano lo spettro visibile sono stati stabiliti nel 1931, e rivisti di recente.

La caratteristica secondo me peculiare negli spazi di colore CIE – per esempio rispetto a RGB, CMYK – è che sono indipendenti dal dispositivo; inoltre specificano anche le condizioni di illuminazione.

  • L = ‘chiarezza’ in entrambi i sistemi; “Lightness” (in inglese)
  • A = prima variabile
  • B = seconda variabile
  • C = “Chroma” (in inglese)
  • H = “Hue” (in inglese)

LCH

Sia nel LAB che nel LCH l’asse verticale L rappresenta la chiarezza (a volte si trova anche “Luminosità”, comunque si fa riferimento all’inglese ‘Lightness’) che va da 0 a 100.

Lo spazio LCH  viene rappresentato come una sfera dove l’asse C rappresenta la “chroma”, o saturazione, o purezza del colore, che va da 0 a 100; l’asse H rappresenta la “hue”, o tinta, o tonalità, i cui valori sono indicati in gradi.

Se tagliamo un’ipotetica fetta orizzontale di questa sfera immaginaria, il perimetro esterno sarà la parte più colorata, che va da 0° (rosso) a 90° (giallo) a 180° (verde) a 270° (blu) e di nuovo a 0°.

Spostandoci verso il centro (neutro) i colori si smorzano; spostandoci in alto o in basso, il nostro campione diventa più chiaro o più scuro.

LAB

Il sistema CIELAB le cui coordinate sono L*, a* e b*, dove L* è la Chiarezza CIE 1976 (L*) nasce negli anni ’70.
Gli asterischi sono stati usati per distinguere questo sistema da altri sistema analoghi precedenti (HunterLab, ANLab). (fonte)

(I messaggi qui sopra sono tratti dal gruppo su LinkedIn “ICC – International Color Consortium”.)

Nel LAB gli assi orizzontali A e B sono ortogonali fra loro e si incrociano al centro che è neutro (un grigio qualsiasi, dal bianco al nero).

I due assi A e B nascono dal principio che un colore non può essere sia rosso che verde, né sia blu che giallo (sono colori complementari), quindi queste due coppie di colori rappresentano le loro estremità (ma questa affermazione è da prendere con le pinze, in quanto nominare colori in questo modo è piuttosto impreciso).

In teoria A e B non hanno valori limite, ma in pratica si fanno rientrare tra -128 (verde o blu) e +127 (rosso o giallo).

(fonte)

Quindi: LAB è una cosa, LCH è un’altra; se leggete LABCH è perché si sta indicando un singolo valore usando due sistemi diversi che condividono una variabile (L).

Oppure c’è questo calcolatore di delta E online.

Se vi serve, qualcuno ha anche creato delle formule per Excell per calcolare i vari tipi di DeltaE: DeltaE76, DeltaE94, DeltaE2000, DeltaECMC. Edgardo García

Invece Mauro Boscarol ha creato un app che funziona benissimo su Mac, e calcola ΔE 76, 94, 2000 e CMC: versione in formato SWF, e versione per Adobe Air.

Fonti e approfondimenti:

  • www.colorwiki.com/wiki/Delta_E:_The_Color_Difference
  • www.issm.it/strumenti/manuali-tecnici/manuale-sul-colore/manuale-colore-cap2/cap2-la-densita-ottica.html
  • www.facebook.com/groups/coloredigitale/
  • en.wikipedia.org/wiki/MacAdam_ellipse
  • blog.xrite.com/color-hardest-control

2 pensieri su “Delta E e differenze nel colore”

  1. Su Git Hub https://github.com/zschuessler/DeltaE c’è un progetto relativo al DeltaE.

    Questo pacchetto dà accesso a tre algoritmi di differenza cromatica. Questi algoritmi rappresentano il duro lavoro della Commissione Internazionale per l’Illuminazione (CIE).

    Storicamente, ogni algoritmo iterativo è stato utilizzato nelle industrie di stampa e tessili per mantenere la coerenza nella calibrazione delle macchine. Al giorno d’oggi, i casi d’uso più interessanti riguardano l’elaborazione dei media.

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